Istituto DIOCESANO
Sostentamento Clero
Sabina-Poggio Mirteto

ISTITUTO DIOCESANO SOSTENTAMENTO CLERO SABINA-POGGIO MIRTETO

Carissimi Sacerdoti ed Amici della Diocesi Suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto, è per me un vero piacere presentare il sito dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento Clero della Chiesa Sabina. Nel ringraziare il Vescovo Ernesto e tutti Voi per la fiducia accordata a me ed al rinnovato Consiglio di Amministrazione che guiderà l’Istituto per il prossimo quinquennio, è nostro intendimento implementare -anche attraverso questo sito web- i servizi online ai sacerdoti, la corresponsabilità dei fedeli alle necessità della Chiesa e la migliore valorizzazione del patrimonio dell’ente. In tutto questo, non per ultimo, continueremo ad essere un tramite per annunciare e condividere la speranza del Vangelo agli uomini del nostro tempo.

Don Antonino Treppiedi
Presidente

Chi Siamo

L’istituto diocesano per il sostentamento del clero di Sabina-Poggio Mirteto nasce dalla riforma del Codice di diritto canonico avvenuta nel 1983 che si conforma al principio giuridico della sussidiarietà.

Tale riforma sostituisce l’istituzione del beneficio con un nuovo Istituto Diocesano per il sostentamento del clero, considerato più efficace e in linea con i principi conciliari e le mutate contingenze economiche. La normativa vigente risulta essere una traduzione giuridica dei principi conciliari espressi dal Vaticano II.

Il termine “sostentamento del clero” viene spesso utilizzato dalla normativa canonica e dalla Conferenza Episcopale Italiana per indicare il sistema e gli enti costituiti all’interno della Chiesa cattolica che garantiscono ai sacerdoti il necessario per vivere dignitosamente, senza che ciò implichi un interesse al profittoM

Per i Ministri della Chiesa

La Chiesa si è sempre preoccupata di garantire un giusto e dignitoso sostentamento ai suoi ministri, consolidando questa pratica nella sua bimillenaria tradizione ecclesiale.
La nuova risposta del Concilio Vaticano II a questo problema ha sancito la legittimità di utilizzare parte delle sostanze della comunità ecclesiale per garantire il sostentamento dei sacerdoti, in rispondenza ad un precetto di diritto divino e in una prospettiva di corresponsabilità ecclesiale.

Sostentamento del Clero

Attualmente, il sostentamento del clero in Italia avviene principalmente attraverso l’erogazione di una quota dell’8 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, gestita dallo Stato e distribuita alle confessioni religiose in proporzione al numero dei loro fedeli.

Sostentamento del Sacerdote: un dovere dei fedeli

Secondo il Concilio Vaticano II, il sostentamento del sacerdote è un dovere dei fedeli e non solo un diritto del clero. I fedeli hanno quindi il compito di garantire ai presbiteri i mezzi per condurre una vita onesta e dignitosa.

Il compito dei vescovi per il sostentamento

È compito dei vescovi diocesani organizzare un sistema di sostentamento efficace e garantire un mantenimento dignitoso per coloro che svolgono o hanno svolto una funzione al servizio del popolo di Dio.

Ispirazione: povertà evangelica

Il sistema di sostentamento deve ispirarsi alla povertà evangelica, evitando qualunque parvenza retributiva e conformandosi alla volontà del Concilio di conformare interamente lo stato di vita e lo statuto giuridico di ogni sacerdote alla povertà evangelica.

In nome della Chiesa

La finalità degli Istituti Diocesani è quella di sostenere coloro che si dedicano al ministero ecclesiastico, in particolare quelli che prestano servizio a favore della diocesi, tra cui i vescovi, i presbiteri e i diaconi, anche permanenti. Anche i chierici non incardinati nella diocesi possono essere considerati a servizio della stessa se prestano un servizio stabile in favore della diocesi.

La comunione e solidarietà all’interno della Chiesa cattolica è importante per la crescita della fraternità materiale e di uno scambio e condivisione dei beni in una prospettiva di solidarietà e perequazione.

Il sistema di sostentamento della Chiesa deve essere esercitato con spirito di servizio e comunione, in collaborazione con gli istituti diocesani e interdiocesani, al fine di valorizzare il patrimonio e razionalizzare le attività amministrative.

La Chiesa italiana deve continuare ad essere un modello di comunione e solidarietà, a servizio dell’unità e della valorizzazione delle diocesi, anche delle più piccole.

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